Fridtjof Nansen: scienziato e benefattore dell’umanità

Fridtjof Nansen (ca. 1890).  (Fotografo: Henry van der Weyde,  Proprietario: Nasjonalbiblioteket)
Fridtjof Nansen (ca. 1890).
(Fotografo: Henry van der Weyde, Proprietario: Nasjonalbiblioteket)

Nel 2011 la Reale Ambasciata di Norvegia in collaborazione con l’Associazione Circolo Polare di Milano, nell’ambito delle celebrazioni per i 150 anni dalla nascita del grande esploratore Fridtjof Nansen, ha promosso una mostra itinerante con lo scopo di far conoscere la vita di questo grande uomo, esploratore polare e scienziato.

La mostra originale, composta di pannelli e completata dei reperti Inuit recuperati in Groenlandia dallo stesso Fridtjof Nansen nel 1882, è stata esposta fino a giugno 2012 in diversi Musei italiani quali il Museo di Storia Naturale di Milano, il Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino e infine il Museo di L’Aquila.
Dal 22 febbraio 2013 la mostra: Fridtjof Nansen e la ricerca del CNR in Artico, sarà aperta fino al 31 maggio presso la Città della Scienza via Coroglio, 104 a Napoli.
Fridtjof Nansen fu anche Alto Commissario per i prigionieri di guerra e i rifugiati politici, e per questo la mostra evidenzia maggiormente questo aspetto. Egli in dieci anni (1920 – 1930) venne interpellato dalla comunità internazionale per risolvere gravi situazioni umanitarie quali per esempio la liberazione dei prigionieri di guerra russi, tedeschi e anche italiani e l’assistenza alle popolazioni russe in piena carestia dopo otto anni di guerra interna ed esterna, assistenza ai rifugiati e agli oppositori politici, protezione e sostegno agli esuli greci e armeni. Grazie a lui viene data dignità a molte persone con la creazione del Passaporto Nansen.
Venne insignito del premio Nobel per la pace nel 1922 per la sua opera umanitaria e di mediazione.
È stato lui a creare l’Alto Commissariato i rifugiati, che oggi più che è mai attivo sulla scena internazionale attraverso l’UNHCR – Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati.
La mostra storico-fotografica sottolinea anche le sue vicende in Groenlandia e al Polo Nord con la nave Fram. Nansen a soli 21 anni navigò nell’Oceano Artico, dove fu stregato dalla natura e incoraggiato a studiare le terre polari. Durante i suoi studi sulla fauna marina e sull’oceanografia incontrò a Pavia il prof. Camillo Golgi. Nel 1888, per primo attraverso la Groenlandia e progettò la nave Fram per raggiungere il Polo Nord. Con slitte trainate da cani siberiani, raggiunse la latitudine 86°14’ Nord e ritornò poi alle isole Francesco Giuseppe. Dopo tre anni passati nell’Artico, venne trovato da un esploratore inglese. Molti altri esploratori tra cui Roald Amundsen stimarono molto Nansen  per tutto ciò che fece. Amundsen venne esortato da Nansen a studiare meteorologia e magnetismo terrestre e sostenuto nell’organizzazione di spedizioni polari.
Nel 1906 Nansen fu nominato Ambasciatore a Londra, dove la stampa inglese lo definì il “Ministro che arriva dal Polo Nord”, ed una volta rientrato in Norvegia divenne professore di oceanologia presso l’Università di Oslo. Pochi anni dopo, esattamente nel 1909 Amundsen fu pronto per la storica spedizione al Polo Sud, in con­temporanea con quella inglese di Robert Scott. Navigò con la nave “Fram”, progettata e utilizzata da Nansen precedentemente, raggiungendo così il suo obiettivo 5 settimane prima di Scott.
Infine, nel 1926 Amundsen organizzò un’altra spedizione insieme anche ad un italiano, Umberto Nobile, questa volta al Polo Nord, sorvolando il territorio con il dirigibile “Norge”, di fabbricazione italiana.
Una storia e una vita improntata sull’avventura, rispetto e amore per la scoperta e la natura. Un grande uomo sia come scienziato sia come portatore di pace e uguaglianza. Un uomo che ha insegnato a chi gli stava intorno e che tutt’ora, con il suo esempio, può insegnare alle persone valori che talvolta in questa vita “moderna” vengono messi da parte. Il riguardo per l’ambiente e il silenzio dei paesaggi aiutano l’uomo a capire se stesso e a vivere meglio secondo natura. Oggi più che mai ci ricorda che rispettare e scoprire ciò che ci circonda aiuta la società a crescere, con sacrificio,  in modo “sano”.

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